Incendiato il portone dell’Istituto Superiore di Sanità. La Procura ha aperto un’indagine per risalire ai responsabili.
ROMA – Incendiato il portone dell’Istituto Superiore di Sanità. L’allarme è scattato intorno alle 20 e le fiamme sono state spente da una pattuglia dei carabinieri che passava casualmente in quella zona.
La Procura ha immediatamente aperto un’indagine per cercare di risalire ai responsabili di questo gesto. Nessuna ipotesi è esclusa e sono in corso tutti gli accertamenti del caso.
L’episodio conferma il clima di tensione per la nuova stretta disposta dal governo, che di fatto tra decreto e ordinanze ha avviato una nuova stretta.
L’incendio
L’incendio è divampato intorno alle 20 di domenica 14 marzo 2021. A spegnere le fiamme sono stati dei carabinieri che passavano casualmente in quella zona.
Secondo le prime informazioni, riportate da La Repubblica, il gesto è doloso e per questo si sta indagando per risalire ai responsabili del rogo. Nessuna ipotesi è esclusa e si pensa anche ad un gesto contro l’Iss per le decisioni prese contro il coronavirus. In corso anche il sequestro dei video delle telecamere per accertare meglio quanto successo.
Il rischio di tensioni sociali
Episodio che conferma il rischio delle tanto temute tensioni sociali. Le proteste aumentano di ora in ora e le ultime restrizioni rischiano di aumentare le manifestazioni nelle piazze italiane.
Prima dell’incendio del portone dell’Iss, infatti, alcuni ristoratori di Bari avevano bloccato il lungomare per protestare contro la zona rossa. Una situazione che continua ad essere in bilico. Il Governo spera con il dl Sostegni di spegnere qualsiasi fiammella accesa, ma il quadro rischia di mutare in pochi giorni.
E il rogo appiccato all’Istituto Superiore di Sanita potrebbe essere interpretato come un pericoloso campanello di allarme. La Procura di Roma ha aperto un’indagine e nei prossimi giorni ci potrebbero essere importanti novità. Gli inquirenti sperano di poter attraverso le immagini di videosorveglianza di risalire all’identità dei responsabili. Un episodio che potrebbe richiamare l’attenzione del Viminale e dello stesso premier Draghi.